La ricerca della modernità per un' Utopia senza Dio

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La serie IIIT è una preziosa collezione delle pubblicazioni principali dell'Istituto scritte in forma sintetica, progettata per dare ai lettori una comprensione di base dei principali contenuti dell'originale.

Redatti in forma breve, facili da leggere, con un formato che fa risparmiare tempo, questi compendi offrono una panoramica, fedele e scritta con attenzione, della più ampia pubblicazione e speriamo che stimolerà i lettori ad ulteriori approfondimenti dell'originale.

Lo studio di Haggag Ali Una mappatura della mente secolare: La ricerca della modernità per un' Utopia senza Dio è stato pubblicato in forma completa nel 2013. La mente secolare aveva un grande piano, per definire un paradiso terrestre, un utopia del qui e ora, di una civiltà moderna governata dalla ragione umana, dalla razionalità, e dal trionfo del progresso.

Gli ideali sono una cosa, mentre i mezzi per realizzarli sono un'altra cosa.

Lontano dal clamore, svincolare l'umanità dalle "catene" di Dio e della religione si è dimostrata un'impresa non facile.

Una mappatura della mente secolare esamina criticamente le questioni della ragione, la razionalità e il materialismo secolare, per analizzare come queste percezioni mentali, o modi di delineare il mondo, hanno influenzato le interazioni umane e lo sviluppo sociologico. Lo fa mettendo a confronto e contrastando le idee di Abdelwahab M. Elmessiri

(1938-2008), un intellettuale arabo leader, e Zygmunt Bauman (1925), uno dei più importanti sociologi del mondo. Negli ultimi decenni, una critica occidentale emergente della modernità ha ispirato intellettuali musulmani a sviluppare nuove idee, immagini, termini e concetti che stabiliscono le loro posizioni nei confronti delle tendenze della modernità laica, delle sue trasformazioni e conseguenze, e come essa manipoli la percezione della realtà. 

Il libro sfida le fondamenta dell'ideologia secolare per sostenere che le sue aspirazioni hanno profondamente trasformato la coscienza umana e il senso di sé dell'uomo, riducendolo ad una creatura del consumo senza senso, stremato dalla ricerca di appagamento, e controllato da leggi materialistiche che governano i fenomeni fisici. Offre inoltre una tesi più cupa, [sostenendo] che la Germania fascista e il movimento eugenetico fossero una forma di darwinismo sociale portato alle sue logiche conseguenze. Questi non erano un'aberrazione dei principi della modernità, Ali sostiene, ma un esito coerente della moderna visione del mondo, con i semi di autodistruzione intrecciati nel tessuto stesso della filosofia. 

Capitolo Primo

Introduzione

Negli ultimi decenni, la critica occidentale della modernità ha indotto gli intellettuali musulmani a sviluppare idee nuove, immagini, termini e concetti che affermano la loro posizione nei confronti delle tendenze della modernità laica, delle sue trasformazioni e conseguenze. La modernità di solito è equiparata agli alti ideali dell'Illuminismo, in particolare la promessa della natura, della ragione e del progresso per stabilire un sistema razionale e progressivo. Questa prospettiva è cambiata in larga misura dopo la Seconda Guerra mondiale e lo sviluppo di un discorso occidentale molto sofisticato di auto-esame, accresciuto dalle opere della scuola di Francoforte. Nel suo tentativo di decostruire la percezione dominante della modernità, intellettuale l'arabo egiziano musulmano Abdelwahab Elmessiri (1938-2008) ha potuto beneficiare di questa eredità critica occidentale. La critica di Elmessiri alla modernità può essere vista come un tentativo di islamizzare la modernità, ma ironicamente tramite la critica occidentale stessa. Per quasi quattro de-cenni, Elmessiri fu impegnato in uno studio filosoficamente orientato della modernità occidentale e del suo rapporto con il nazismo e il sio-

nismo. Elmessiri di solito descrive il suo soggiorno negli Stati Uniti, durante due periodi distinti (1963-69 / 1975-79), come il momento cruciale che ha modellato la sua comprensione della trasformazione della modernità occidentale come una "sequenza paradigmatica", che inizia con un solido materialismo razionale e finisce con il materialismo non-razionale liquido.' Gli anni $70, tuttavia, furono anni molto importanti per comprendere la critica della modernità di Elmessiri, perché questo periodo vide l'ascesa dell'Islam politico, che riuscì, dopo la sconfitta araba da parte di Israele nel 1967, a riempire il vuoto lasciato dai movimenti di sinistra, dalla loro retorica del progresso tecnologico, cosi come dal loro discorso idealista di socialismo arabo, un discorso di cui si abusò per giustificare la perdita delle libertà politiche in cambio della retorica dello sviluppo nazionale e del progresso tecnologico. Gli anni 

:70 possono essere visti come il periodo carismatico dell'islam politico che posine abbracciato da molti degli esponenti di spicco della sinisca egiziana come veicolo di contestazione popolare e di liberazione nazio2

Cale? In entrambi i discorsi, occidentale e arabo, la modernità è quasi sempre correlata agli ideali dell'Illuminismo, in particolare alla promessa della Ragione e della scienza per promuovere la nostra esistenza umana e sociale. Elmessiri si riferisce a questa comprensione della modernità come "laicità parziale", che descrive come "laicità morale" o

"laicità umanistica."3

Secondo Elmessiri, l'accettazione di questo laicismo moderato come parte integrante del pluralismo è abbracciata dalla tendenza islamica principale, che è sostenuta da Fahmi Huwaidi, Yusuf al-Qaradawi, Mohammed Selim al-Awa, Abu al- Ela Madi, e Adel Husain (Egitto),

Rachid Ghannouchi (Tunisia), Taha Jabir Alalwani (Iraq), AbdulHa-mid AbuSulayman (Arabia Saudita), Azzam Tamimi (Palestina), Parviz

Manzur (Pakistan) e Ahmet Davutoglu (Turchia). Questa tendenza islamica accetta la legittimità della laicità moderata e il ruolo dei suoi sostenitori come partner nella vita politica della società islamica.4 In

Dirasat Ma rifiyyah fi al-Hadäthah al-Gharbiyyah (Studi epistemologici nella modernità occidentale) gli studi in Elmessiri decostruiscono la comprensione mainstream della modernità laica occidentale e la definisce come "l'uso di scienza e tecnologia senza valore." Si tratta di una forma di laicità globale che non mira solo alla indipendenza della scienza e della tecnologia dalla soggettività umana o alla separazione tra Stato e Chiesa, ma alla "separazione di tutti i valori (siano essi re-ligiosi, morali, umani), non solo 'dallo stato', ma anche dalla vita pubblica e privata, e dal mondo in generale. In altre parole, si sforza per la creazione di un mondo privo di valori. "6

Nell'introduzione alla terza edizione di Al-Subyüniyyah wa al-

Naziyyah wa Nihayat al -Tarikh (il Sionismo, il Nazismo e la fine della Storia), dedicato all' intellettuale francese ex-marxista Roger Garaudy, Elmessiri esprime il suo stupore per il fatto che prima dei tardi anni

'80 gli studiosi occidentali avessero a malapena riconosciuto o accostato il Nazismo e il Sionismo al quadro di una modernità esente da valori, razionalistica e imperialista. Elmessiri, tuttavia, è prodigo di elogi per l'interpretazione di Zygmunt Bauman della modernità asserendo che i suoi scritti, particolarmente Modernità e olocausto (1989), sono tra i più importanti riferimenti da cui ha attinto per sviluppare la sua mappatura cognitiva della modernità."